Informazioni essenziali
- Google ha reagito alla sentenza del tribunale antitrust, affermando che questa influenzerà negativamente l’interazione degli utenti con i propri prodotti.
- L’azienda sostiene che l’imposizione di motori di ricerca alternativi come Bing e Yahoo! complicherà l’accesso a Google Search, nonostante sia la scelta principale per molti utenti.
- Questa decisione potrebbe compromettere anche la privacy e la sicurezza degli utenti, poiché i loro dati potrebbero essere condivisi con aziende sconosciute che potrebbero abusarne.
- Un nuovo processo è iniziato oggi per determinare il futuro dell’azienda.
La risposta di Google arriva in seguito alla sentenza emessa da un tribunale federale statunitense che ha stabilito che Alphabet, la società madre di Google, ha violato le leggi antitrust nel settore della pubblicità digitale. Secondo quanto riportato, questo verdetto non solo avrà ripercussioni su Google come entità aziendale, ma danneggerà anche i consumatori americani, l’economia e la leadership tecnologica del paese.
Sentenza del giudice Brinkema
Il giudice Leonie Brinkema ha dichiarato che Alphabet ha monopolizzato illegalmente il mercato della pubblicità online. La violazione riguarda gli scambi pubblicitari e gli strumenti utilizzati dai siti web per vendere spazi pubblicitari. Inoltre, si evidenzia come Google ostacoli l’ingresso di altre aziende nel mercato pubblicitario.
Atti anticoncorrenziali
Nella sua sentenza, si afferma che l’azienda ha “partecipato volontariamente a una serie di atti anticoncorrenziali per acquisire e mantenere il potere monopolistico nei mercati dei server pubblicitari e degli scambi pubblicitari”.
Impatto della sentenza su Google
Google ha delineato diversi punti riguardanti le conseguenze negative del verdetto sulla propria competitività contro tecnologie AI come ChatGPT e DeepSeek. In particolare:
- La sentenza costringerà telefoni e browser a utilizzare motori di ricerca alternativi, rendendo più difficile l’accesso a Google Search.
- Il governo intende impedire a Google di pagare dispositivi o browser per mantenere Search come motore predefinito.
- Sarà richiesto a Google di condividere informazioni sugli utenti con aziende sconosciute, compromettendo così privacy e sicurezza.
Proposte del governo
Tra le proposte avanzate dal Dipartimento della Giustizia (DOJ) vi è quella di separare Chrome da Android e vendere Chrome stesso. Si suggerisce inoltre di disaccoppiare Android da Google Search senza obbligare alla vendita delle sue attività.
Conseguenze per le aziende
Google avverte che tali misure potrebbero interrompere le piattaforme sviluppate negli anni, danneggiando le imprese costruite attorno ad esse e compromettendo la sicurezza complessiva. Un distacco tra Chrome e altri servizi Google potrebbe ridurre notevolmente la loro integrazione.
Infine, si sottolinea come queste azioni possano limitare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale all’interno dell’azienda e portare all’istituzione di un comitato governativo incaricato della regolamentazione dei suoi prodotti.
Processo futuro per Google
Nel 2023 il Dipartimento della Giustizia insieme ad alcuni stati hanno fatto causa a Google sostenendo che quest’ultima monopolizzasse tre mercati pubblicitari online: server pubblicitari, scambi ed reti. Attualmente, Google intende appellarsi contro questa decisione in cerca di soluzioni per mitigare gli effetti del verdetto. Il nuovo processo volto a dimostrare la non violazione delle leggi antitrust è iniziato oggi; se dovesse perdere tale appello, ciò potrebbe trasformare radicalmente il modo in cui gli utenti interagiscono con i suoi prodotti in futuro.
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