Un recente provvedimento giuridico ha messo sotto i riflettori le pratiche pubblicitarie di Google, evidenziando come l’azienda abbia creato una monopolio nel settore della pubblicità online. Questo sviluppo è emerso durante un’udienza federale negli Stati Uniti, in cui un giudice ha stabilito che Google ha danneggiato sia i consumatori che gli editori.
Monopolio pubblicitario di Google
Il giudice del tribunale distrettuale degli Stati Uniti, Leonie Brinkema, ha dichiarato che Google ha costruito illegalmente un monopolio nel campo della pubblicità online. Questa decisione è il frutto di una battaglia legale intrapresa da diversi stati, i quali sostenevano che l’azienda avesse ottenuto una posizione dominante in modo sleale.
Danni ai rivali e ai consumatori
Nella sentenza si sottolinea che Google ha “privato i concorrenti della possibilità di competere”, con impatti negativi sia sui consumatori sia sulle prospettive dei media. In quanto monopolista, Google è riuscita a controllare i prezzi della pubblicità senza alcuna reale concorrenza, arrecando danno agli utenti esposti alla pubblicità online e ai media che dipendono dall’efficacia del sistema pubblicitario per la loro sopravvivenza.
Profitti dalla pubblicità
Secondo le stime, i profitti derivanti dalla pubblicità rappresentano circa il 10% delle entrate totali di Google, generando nel 2023 ben 31 miliardi di dollari. La corte ha rivelato che Google controlla attualmente l’87% del mercato pubblicitario, confermando così la sua posizione monopolistica.
Contesto legale e pressioni sulla società
Questa sentenza arriva mentre Google affronta anche una causa separata contro il Dipartimento di Giustizia (DOJ) riguardante un altro monopolio relativo alla ricerca online. Le due cause legali sono collegate poiché la predominanza di Google nella ricerca online le consente di influenzare significativamente anche il mercato della pubblicità.
Obiettivi del DOJ
Il DOJ mira a costringere Google a ridurre la propria presenza dominante vendendo alcune divisioni aziendali, come ad esempio Chrome. L’obiettivo finale è quello di creare maggiore spazio per la concorrenza nel settore tecnologico online.
Conseguenze future per Google
I risultati della sentenza attuale potrebbero portare a una necessaria disintegrazione del monopolio pubblicitario da parte di Google se l’azienda non sarà in grado di presentare un appello efficace.
Lascia un commento