Recentemente, la Casa Bianca ha comunicato che a seguito delle misure di ritorsione della Cina contro l’aumento dei dazi sulle merci americane, i prodotti cinesi destinati agli Stati Uniti subiranno un incremento tariffario fino al 245%. Questa decisione rappresenta una mossa significativa del presidente Trump, intensificando così le tensioni legate alla guerra commerciale tra le due nazioni.
contesto dell’escalation tariffaria
In precedenza, gli Stati Uniti avevano già implementato un’imposta del 145% su diversi beni cinesi, inclusa una maggiorazione del 20% in relazione al problema degli oppioidi. In risposta, la Cina aveva aumentato i dazi sui prodotti americani dal 84% al 125%, portando a questa ultima reazione da parte della Casa Bianca. È stato evidenziato che Trump ha imposto una tassa globale del 10% durante il “Giorno della Liberazione”, applicando aliquote più elevate ai paesi con un deficit commerciale significativo. Attualmente, oltre 75 paesi stanno negoziando nuovi accordi commerciali con gli Stati Uniti; La Cina non è stata esentata dalle nuove misure a causa delle sue azioni di ritorsione.
conseguenze globali e impatti economici
L’introduzione di un dazio del 245% potrebbe comportare un notevole aumento dei costi per le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti, colpendo settori cruciali come l’elettronica e l’abbigliamento. Il Fondo Monetario Internazionale ha avvertito che l’acuirsi della guerra commerciale potrebbe rallentare la crescita economica globale dello 0,8%. Inoltre, la Camera di Commercio degli Stati Uniti ha segnalato che tali tariffe potrebbero aggravare la pressione sulle catene di approvvigionamento e aumentare i costi per le imprese americane, con conseguenti effetti sui prezzi finali per i consumatori.
- Donald Trump – Presidente degli Stati Uniti
- Cina – Nazione coinvolta nella controversia commerciale
- Fondo Monetario Internazionale – Istituzione economica internazionale
- Camera di Commercio degli Stati Uniti – Organizzazione imprenditoriale
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