Recentemente, la polizia di Tokyo ha effettuato l’arresto di quattro individui accusati di aver utilizzato tecnologie di intelligenza artificiale generativa per creare e vendere manifesti pornografici online. Questo rappresenta il primo caso in Giappone in cui persone vengono fermate per aver prodotto materiale osceno tramite AI.
dettagli sugli arresti
I soggetti coinvolti includono un uomo di 44 anni, Tomohiro Mizutani, operante nel settore della vendita al dettaglio nella città di Kitanaogoya, insieme ad altre tre persone i cui anni variano dai venti ai cinquanta. Le indagini della polizia hanno rivelato che, nell’ottobre dello scorso anno, hanno sfruttato un software gratuito disponibile online per generare immagini di donne nude inesistenti, le quali sono state stampate su manifesti e vendute su piattaforme d’asta.
metodi di vendita
Nella fase di vendita, le immagini dei manifesti mostravano parti del corpo censurate con mosaico; Gli acquirenti ricevevano l’immagine originale senza alcuna modifica. I manifesti venivano commercializzati sotto nomi come “AI Beauty“, con prezzi che raggiungevano diverse migliaia di yen. Secondo le notizie riportate, Mizutani incassava circa 5.000 yen per ogni manifesto venduto, accumulando profitti totali stimati fino a 10 milioni di yen (circa 56.000 dollari hongkonghesi).
motivazioni e consapevolezza
Tra gli arrestati, Mizutani possedeva competenze specifiche relative all’intelligenza artificiale, mentre gli altri tre avevano acquisito conoscenze attraverso l’autoapprendimento nella creazione grafica. Hanno iniziato questa attività dopo essere stati esposti a post sui social media riguardanti opportunità imprenditoriali a basso costo e alta redditività. È interessante notare che tre dei quattro arrestati hanno ammesso le loro azioni illecite; Uno ha dichiarato di non essere consapevole dell’illegalità delle sue azioni.
sfide legali legate ai contenuti pornografici generati da AI
L’aumento dell’utilizzo delle tecnologie AI solleva questioni legali sempre più complesse. Il caso in questione evidenzia come anche le immagini generate artificialmente possano violare la legislazione giapponese relativa alla produzione e distribuzione di materiale osceno. Questa situazione può fungere da riferimento giuridico per altri paesi nell’affrontare problematiche simili legate ai contenuti pornografici creati tramite intelligenza artificiale.
- Tomohiro Mizutani – 44 anni
- Altri tre individui tra i 20 e i 50 anni
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