Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha intrapreso un percorso di regolamentazione per sostenere il controllo sui giganti tecnologici. Nonostante gli sforzi, recenti decisioni evidenziano una nuova direzione da parte della Commissione Europea riguardo all’intelligenza artificiale (IA) e ai relativi aspetti legislativi. Infatti, il 12 febbraio, la Commissione ha abbandonato alcune proposte cruciali inerenti alla regolamentazione dell’IA.
ritiro delle regolamentazioni proposte
La Commissione Europea ha deciso di ritirare le normative pianificate riguardanti diversi settori, tra cui le patenti tecnologiche, la responsabilità legata all’IA e la privacy online. Tale decisione è stata motivata dalla constatazione che la probabilità che i legislatori europei e gli stati membri approvino tali misure era molto bassa.
Le proposte iniziali fronteggiarono infatti una significativa opposizione da parte di settori industriali e importanti aziende tecnologiche. Tra queste, spiccava la Direttiva sulla Responsabilità dell’IA, introdotta nel 2022, che, se fosse stata approvata, avrebbe consentito ai consumatori di richiedere un risarcimento. Questa norma avrebbe stabilito chiaramente le responsabilità in caso di danni causati da sistemi di IA.
Nonostante il ritiro, l’Unione Europea continuerà a vigilare affinché le aziende attive nell’IA e le tecnologie correlate non operino senza controllo. Secondo Rod Freeman, responsabile della pratica globale di prodotti presso Cooley, la modifica non deve essere interpretata come un cambiamento di direzione nell’approccio alla regolazione dell’IA da parte della Commissione.
altre proposte abbandonate
Oltre al ritiro delle normative sull’IA, la Commissione ha abbandonato ulteriori piani riguardanti il settore tecnologico. Tra questi si segnalano le normative destinate a regolamentare le patenti essenziali utilizzate in attrezzature telecom, smartphone, computer, veicoli connessi e dispositivi intelligenti. L’obiettivo era quello di eliminare le costose e prolungate controversie legali legate ai diritti d’autore, di cui sono titolari aziende come Nokia, Ericsson e Qualcomm.
Inoltre, è stato cancellato il piano per la Regolamentazione sulla Privacy Elettronica. Tale iniziativa sarebbe stata utile per uniformare le regole di privacy su piattaforme di messaggistica come WhatsApp e Skype, facendole aderire agli stessi standard dei telecomunicati. L’ammissione della Commissione di non attendersi un accordo da parte dei co-legislatori, evidenzia che il progetto risulta obsoleto rispetto alla legislazione recente.
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