Con l’aumento dell’uso dell’intelligenza artificiale, la trasparenza diventa un aspetto cruciale per comprendere i contenuti generati da queste tecnologie. In questo contesto, Google ha recentemente presentato un modello sperimentale noto come Gemini 2.0 Flash Thinking, progettato per fornire indicazioni chiare riguardo alle ragioni che guidano le risposte generate dal suo modello AI. Questo strumento è progettato per facilitare la comprensione di come e perché sono state formulate certe conclusioni, permettendo un miglior accesso alla logica sottesa a tali informazioni.
synthid e la sua funzionalità
Il tentativo di garantire trasparenza è stato supportato anche dalla sussidiaria di Google, DeepMind, attraverso l’introduzione della tecnologia SynthID. Questa soluzione consente di inserire watermark non percepibili ad occhio nudo all’interno delle immagini generate dall’AI. Sebbene invisibili per l’osservatore, tali watermark possono essere rilevati da algoritmi di identificazione specifici.
Ad oggi, SynthID è disponibile tramite Vertex AI per modelli di generazione testuale e visiva, come Imagen 3 e Imagen 2. Recentemente, è stata annunciata l’integrazione di questa tecnologia anche in Google Photos, specificamente per le immagini modificate con lo strumento Magic Editor.
verifica modifiche alle foto
È importante notare che Google offre già alcuni indicatori riguardo alle immagini modificate. Le fotografie alterate tramite funzionalità come Magic Editor e Magic Eraser presentano già dei marcatori di AI all’interno dei loro metadati. A partire da questa settimana, Google Photos inizierà a utilizzare watermark digitali per le immagini modificate tramite lo strumento Reimagine.
Questa funzionalità, introdotta con la serie di dispositivi Pixel 9, consente la modifica sostanziale delle fotografie, permettendo di aggiungere, rimuovere o spostare elementi all’interno di un’immagine, applicando effetti speciali come Sky e Golden Hour. Le foto alterate tramite questa funzione saranno contrassegnate nella sezione “Informazioni su quest’immagine”.
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