Apple, Google e Meta sotto esame per le donazioni a Trump: cosa c’è dietro?

Recentemente, le grandi aziende tecnologiche, tra cui Apple, Google e Meta, sono state messe sotto osservazione da parte dei legislatori statunitensi a causa delle loro ingenti donazioni al fondo per l’inaugurazione del presidente Donald Trump. I senatori Elizabeth Warren e Michael Bennet hanno inviato lettere a varie aziende del settore, tra cui Microsoft, Amazon, OpenAI e Uber, chiedendo chiarimenti riguardo ai loro contributi recenti.

donazioni significative e personali

Negli ultimi tempi, le aziende menzionate e alcuni dei loro amministratori delegati hanno effettuato donazioni consistenti, arrivando a 1 milione di dollari ciascuna. In particolare, i CEO di Apple, OpenAI e Uber hanno fatto queste donazioni in prima persona.

Donare a un fondo inaugurale presidenziale non rappresenta una novità; L’ammontare delle donazioni ha suscitato preoccupazioni tra i legislatori. Per fare un raffronto, durante l’insediamento di Joe Biden, le donazioni da parte di queste stesse aziende si sono rivelate notevolmente inferiori.

Secondo le comunicazioni ufficiali, Uber ha donato 1 milione di dollari, Microsoft 500.000 dollari, Google 337.500 dollari e Amazon 276.509 dollari. Apple ha contribuito con solo 43.200 dollari, mentre Meta e OpenAI non hanno effettuato donazioni. Fino ad ora, solo il CEO di OpenAI, Sam Altman, ha risposto, mostrando malcontento per le accuse su piattaforme social.

I senatori hanno fissato il termine per la risposta delle aziende al 30 gennaio.

interessi ulteriori

Non sorprende che queste aziende e i loro leader siano stati interrogati sulle ragioni dietro le loro donazioni a Trump. Con Trump nella posizione di nuovo presidente, il suo potere decisionale affetta vari aspetti economici, tra cui tassazione e restrizioni commerciali.

Un esempio pertinente è la recente reintegrazione dei servizi TikTok, avvenuta dopo un intervento di Trump. Secondo Gene Munster, analista di Deepwater Asset Management, aziende come Apple potrebbero ottenere vantaggi dalla nuova amministrazione. Durante la sua campagna elettorale, Trump ha promesso una politica economica protezionista, imponendo tariffe per le importazioni dalla Cina, con potenziali impatti sulle aziende che fabbricano in quel paese, come Apple.

Munster ha anche suggerito che Trump potrebbe esentare aziende come Apple e Tesla dall’applicazione di tariffe elevate, dando origine alla preoccupazione nei senatori Warren e Bennet che queste donazioni possano essere una strategia per ottenere favori e sfuggire a regolamenti dannosi per i loro profitti.

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