Google ha chiarito la propria posizione riguardo alla nuova normativa europea sul fact-checking, rifiutandosi di implementare funzionalità di verifica nei propri risultati di ricerca e nei video di YouTube. L’azienda non utilizzerà dati di verifica per la classificazione o rimozione dei contenuti, segnando una netta opposizione ai requisiti stabiliti dalla legislazione dell’Unione Europea.
la posizione di google sulla legge dell’ue
È importante notare che Google non ha mai integrato il fact-checking nelle proprie pratiche di moderazione dei contenuti sulle piattaforme. Secondo quanto riportato da Axios, la grande azienda tecnologica ha comunicato in modo informale ai legislatori europei di non avere l’intenzione di modificare il proprio approccio. Sebbene Google abbia investito in un database di verifica dei fatti per le recenti elezioni europee, la sua posizione rimane chiara.
google considera inefficace l’integrazione del fact-checking
Kent Walker, il responsabile affari globali di Google, ha descritto l’integrazione del fact-checking come “non appropriata o efficace”. Secondo Walker, tale pratica “non è adatta né utile per i nostri servizi”, posizione espressa in una lettera inviata alla Commissione Europea. Google continuerà a dedicarsi al miglioramento delle proprie metodologie di moderazione dei contenuti, puntando a fornire agli utenti maggiori informazioni sui risultati di ricerca attraverso funzionalità come il watermarking con Synth ID e le comunicazioni di AI su YouTube.
Inoltre, Google ha introdotto una nuova funzionalità su YouTube nell’agosto dello scorso anno, permettendo ad alcuni utenti di aggiungere note contestuali ai video, con grandi potenzialità di utilizzo. Questo programma è simile a quello delle Community Notes della piattaforma X di Elon Musk.
Richieste di fact-checking sono emerse in seguito all’annuncio del nuovo Codice di Pratica dell’UE sulle disinformazioni, un’iniziativa che è iniziata come un insieme volontario di standard auto-regolamentati per combattere la disinformazione, destinato a diventare obbligatorio entro la fine dell’anno.
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