Recentemente, Google ha annunciato importanti sviluppi per gli sviluppatori di applicazioni nel settore della smart home, rendendo disponibili gli Home APIs e il Home runtime in versione beta per tutti i programmatori Android. Queste nuove risorse consentono un’implementazione semplificata del controllo delle app, facilitando l’inserimento di dispositivi smart e il supporto per Matter.
Novità sugli Home APIs
Questi strumenti sono stati presentati durante il Google I/O dello scorso anno, consentendo a selezionati sviluppatori di provare queste integrazioni alla fine del 2024. Già alcuni marchi, come Eve, Nanoleaf e LG, hanno lanciato app sul Google Play Store sfruttando queste innovazioni. Ora, qualsiasi sviluppatore Android può accedere a queste funzionalità.
Tipologie di API disponibili
Le API di Google Home comprendono diverse tipologie, tra cui:
- Device and Structure APIs: permettono di gestire e controllare i dispositivi smart negli ecosistemi Google Home e Matter.
- Commissioning API: consente una connessione rapida dei nuovi prodotti smart utilizzando Fast Pair.
- Automation API: consente la creazione di automazioni per Google Home direttamente dalle app degli sviluppatori.
Sviluppatori e funzionalità implementate
In un comunicato, Google ha evidenziato come i seguenti marchi abbiano utilizzato le nuove API per migliorare le loro applicazioni smart:
- Eve: ha implementato funzionalità avanzate come la pianificazione autonoma del riscaldamento per l’Eve Thermo.
- Nanoleaf: ha migliorato l’intrattenimento consentendo agli utenti di attivare il proprio sistema di illuminazione 4D con semplici comandi vocali.
- LG: ha integrato i dispositivi Google Home direttamente nelle esperienze smart dei propri televisori.
Prospettive future
Con l’apertura al pubblico delle Home APIs e del runtime, gli utenti possono aspettarsi di vedere nuove funzionalità sviluppate sulle loro app preferite. Google ha indicato che i partner early-access, tra cui Aqara, GE, Cync e Yale, stanno lavorando per integrare queste tecnologie, promettendo un’esperienza sempre più interconnessa. Attualmente, gli sviluppatori Android possono testare le API con un massimo di 100 utenti, con il lancio delle funzionalità a livello più ampio previsto per il prossimo anno.
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