Lavoratori Tecnologici Kenioti Denunciano le Big Tech USA per ‘Schiavitù Moderna’

Edgar Cervantes / Android Authority

TL;DR

  • Quasi 100 lavoratori keniani del settore tecnologico hanno inviato una lettera aperta al Presidente Biden, chiedendo di porre fine allo sfruttamento da parte delle aziende statunitensi come Meta e OpenAI.
  • I lavoratori descrivono condizioni di lavoro difficili, basso salario e problemi di salute mentale, accusando le aziende di pratiche equiparabili alla “schiavitù moderna”.
  • Chiedono a Biden di assicurarsi che gli accordi commerciali includano misure di protezione del lavoro e di responsabilità per le aziende statunitensi operanti all’estero.

Una mossa significativa da parte di 97 lavoratori africani del settore tech che si occupano di addestramento di intelligenza artificiale e moderazione dei contenuti per grandi aziende statunitensi come Meta e OpenAI. Questi lavoratori hanno indirizzato una lettera aperta al Presidente Biden, pubblicata il 22 maggio, accusando tali aziende di “abuso sistematico e sfruttamento” e chiedendo un intervento urgente.

La lettera, riportata inizialmente da Wired, è stata inviata anche all’Ambasciatore del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, Katherine Tai. Questa coincidenza con la visita del Presidente keniano William Ruto negli Stati Uniti per celebrare il 60° anniversario delle relazioni diplomatiche USA-Kenya, mette in risalto i temi del commercio, degli investimenti e dell’innovazione tecnologica.

I lavoratori denunciano pratiche aziendali che “equivalgono a schiavitù moderna.” Le accuse includono sfruttamento grave, con attività mentalmente ed emotivamente estenuanti come il monitoraggio di contenuti angoscianti sui social media e l’etichettatura dei dati per i modelli di intelligenza artificiale, spesso con un compenso inferiore a $2 all’ora. L’assenza di adeguato supporto per la salute mentale è un altro punto cruciale, con molti lavoratori lasciati a soffrire di disturbo post-traumatico da stress (PTSD).

richiesta di trattamento equo da parte dei lavoratori keniani

Edgar Cervantes / Android Authority

La lettera evidenzia episodi di repressione sindacale nel settore digitale. Ad esempio, quando i moderatori di contenuti di Facebook in Kenya hanno cercato di sindacalizzarsi, l’intera forza lavoro è stata licenziata. Meta ha poi spostato il lavoro di moderazione in Ghana per evitare responsabilità. Un caso simile si è verificato con i lavoratori keniani che etichettavano dati per la startup di intelligenza artificiale statunitense ScaleAI. A marzo 2024, l’azienda outsourcing di ScaleAI, Remotasks, ha improvvisamente abbandonato il mercato africano, lasciando i lavoratori disoccupati e con salari non pagati.

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