Un’importante novità ha colpito l’industria tecnologica australiana con l’introduzione di una proposta di legge che vieta l’accesso ai social media per i minori di sedici anni. Dopo un breve iter, questo provvedimento è stato approvato, rendendo l’Australia il primo paese a implementare una restrizione di questo tipo.
australia: primo paese a vietare l’accesso ai social media ai minorenni
La legge è stata approvata dal Senato australiano con un voto di 34 a 19. Essa prevede sanzioni fino a 50 milioni di dollari australiani, pari a circa 33 milioni di dollari statunitensi, per le aziende che non adotteranno le misure necessarie per conformarsi. Società come Meta hanno l’obbligo di garantire che i minori di sedici anni non possano creare account.
I legislatori evidenziano che questa legge è il risultato dell’incapacità delle aziende di social media di impedire l’accesso a tali servizi ai minorenni. Fino ad ora, il governo australiano non aveva mai condiviso una visione favorevole riguardo all’uso di questi strumenti da parte dei giovani. “È una responsabilità che queste aziende avrebbero dovuto assumersi da tempo, ma hanno trascurato per troppo tempo,” ha affermato la senatrice Maria Kovacic.
La legge ha come obiettivo principale quello di obbligare le aziende a identificare e rimuovere gli utenti minorenni dalle loro piattaforme. Il primo ministro australiano sostiene che il provvedimento affronta le preoccupazioni dei genitori riguardo agli effetti dei social media sui figli.
tempo per l’adeguamento delle aziende
Le autorità australiane concederanno alle aziende di social media un anno per adeguarsi alle modifiche richieste dalla legge. Ciò potrebbe risultare complicato a causa delle normative vigenti in materia di privacy dei dati, che impediscono di richiedere documenti di identità governativi per la verifica dell’età, come patenti e passaporti.
meta critica la rapidità dell’approvazione
Le aziende colpite dalla nuova normativa, tra cui Meta, hanno espresso il loro disappunto. La società ritiene che l’approvazione sia stata “affrettata” poiché solo una settimana ha separato la proposta dalla legge approvata. Un rappresentante di Meta ha dichiarato che i legislatori non si sono presi il tempo necessario per valutare le azioni delle aziende nel garantire esperienze adeguate in base all’età. Il provvedimento prevede delle eccezioni per le piattaforme che offrono contenuti educativi o di salute, come YouTube, Messenger Kids, WhatsApp, Kids Helpline e Google Classroom.
critiche e preoccupazioni riguardo alla nuova legge
Il nuovo provvedimento ha sollevato diverse critiche anche all’interno del panorama politico australiano e tra i gruppi tecnologici. La Digital Industries Group (DIGI), rappresentante dell’industria digitale in Australia, ha segnalato confusione riguardo ai dettagli della legge, affermando che “la legislazione è stata rilasciata e approvata in una settimana, e di conseguenza nessuno può spiegare con certezza come funzionerà nella pratica.”
Il senatore David Shoebridge ha espresso preoccupazioni specifiche, sottolineando che la legge potrebbe avere ripercussioni negative su categorie vulnerabili, come i giovani della comunità LGBTQ+. Il divieto di accesso ai social media, secondo Shoebridge, rischia di aumentare l’isolamento di tali giovani. Altri critici temono che gli adolescenti possano rivolgerti a piattaforme meno sicure e più pericolose.
Alcuni vedono anche questo provvedimento come un modo per cercare l’approvazione dei genitori in vista delle prossime elezioni nazionali, che si terranno a maggio 2025.
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