annuncio delle nuove tariffe doganali negli Stati Uniti
Il recente annuncio del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, riguardante l’introduzione di dazi aggiuntivi fino al 145% su una serie di beni provenienti dalla Cina, ha creato notevoli ripercussioni nel settore tecnologico globale. Il Customs and Border Protection (CBP) ha reso noto che venti categorie di prodotti tecnologici beneficeranno di esenzioni dai dazi, offrendo così un’importante opportunità alle aziende come Apple e ai fornitori di tecnologia.
prodotti esenti dai dazi e loro impatto
Nella comunicazione ufficiale del CBP datata 11 aprile, è stata confermata l’esenzione per vari dispositivi a seguito dell’emanazione dell’ordine esecutivo numero 14257 firmato da Trump. L’elenco comprende prodotti chiave come telefoni cellulari, computer portatili e attrezzature per la produzione di semiconduttori. Queste esenzioni sono entrate in vigore il 5 aprile e rappresentano un sollievo significativo per le aziende che dipendono dalla produzione cinese.
categorie di prodotti inclusi nell’esenzione
- Attrezzature per l’elaborazione dati (computer e server)
- Dispositivi di archiviazione (hard disk e processori)
- Stampanti e scanner
- Attrezzature per la produzione di semiconduttori
- Telefoni (inclusi dispositivi mobili)
- Apparecchiature di comunicazione wireless (router e stazioni base)
- Memorie flash (SSD, USB)
- Media registrati (CD, nastri)
- Display LCD con funzionalità touch
- Ponti ottici e componenti elettronici vari
sviluppi futuri nel settore dei semiconduttori
Sebbene alcune categorie siano state esentate dai nuovi dazi, il governo statunitense sta preparando un’indagine commerciale mirata al settore dei semiconduttori. Ciò potrebbe comportare ulteriori misure fiscali in futuro. Le aziende come TSMC hanno già investito nella costruzione di stabilimenti negli Stati Uniti; le attrezzature incluse nell’elenco delle esenzioni contribuiranno a ridurre i costi operativi delle nuove strutture.
L’amministrazione americana sottolinea la necessità di riportare parte della produzione sul suolo nazionale, cercando così di diminuire la dipendenza dalle tecnologie cinesi.
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