Negli ultimi due anni, Google ha avviato un progetto innovativo per rielaborare e migliorare The Wizard of Oz, il celebre film del 1939, utilizzando l’intelligenza artificiale generativa. Questo lavoro, condotto da Google DeepMind e Google Cloud in collaborazione con Warner Bros. Discovery e Magnopus, culminerà nella proiezione integrale del film presso Sphere, il famoso teatro sferico di Las Vegas.
The Wizard of Oz: dettagli sul progetto di Google e Sphere
Pochi giorni fa è stata annunciata ufficialmente l’arrivo di The Wizard of Oz a Sphere, insieme a un nuovo film realizzato dal team creativo dietro Free Solo, documentario premiato con l’Oscar nel 2018. Un aspetto cruciale è stato trascurato: la versione mostrata a Sphere non sarà quella tradizionale conosciuta dal pubblico.
Il teatro all’interno di Sphere dispone di uno schermo 16K (16.000 pixel su ciascun lato) che avvolge gli spettatori. Inoltre, sono presenti illuminazioni teatrali, enormi macchine per il vento e motori tattili integrati nelle sedute, offrendo così un’esperienza immersiva senza precedenti.
La sfida della modernizzazione del film
Mostrare Oz in una struttura come Sphere richiede modifiche significative. Il film ha oltre 80 anni ed è stato restaurato in 4K HDR nel 2020; La sua proporzione originale di 4:3 risulterebbe poco efficace su uno schermo così ampio. Per affrontare questa problematica, Google utilizza l’AI per migliorare visivamente il film e adattarlo al formato richiesto.
Prospettiva tecnologica: un capolavoro alimentato dall’AI
I primi lavori di Google si sono concentrati sull’upscaling del film a 16K, impiegando tecnologie innovative mai utilizzate prima d’ora. La difficoltà maggiore consiste nel rimodellare completamente il film per adattarsi alla visione panoramica offerta da Sphere.
- Utilizzo dell’intelligenza artificiale per l’upscaling a 16K.
- Aggiunta di dettagli attraverso una tecnica chiamata “outpainting”.
- Adeguamento delle scene per garantire che i personaggi siano centrati nello schermo.
Difficoltà nell’aggiungere nuovi elementi
L’integrazione di nuovi elementi richiede una comprensione profonda delle azioni dei personaggi non presenti nella scena originale. Ciò implica che l’AI possa dover ricreare interazioni tra i personaggi in modi mai visti prima.
Prospettiva cinematografica: necessità o opportunità?
Sebbene ci si possa aspettare che alcuni puristi del cinema esprimano preoccupazioni riguardo all’intervento dell’AI su opere classiche come The Wizard of Oz, è importante considerare questo progetto come una forma alternativa di fruizione artistica simile alle mostre immersive contemporanee.
- Dibattito sulla validità della rielaborazione tramite AI.
- Possibilità che nuove generazioni si avvicinino al classico attraverso forme innovative.
- Tensioni tra preservazione dell’opera originale e reinterpretazione moderna.
Sebbene ci siano dubbi sulle scelte artistiche fatte durante questo processo, le potenzialità offerte dalla tecnologia potrebbero rendere The Wizard of Oz accessibile a un pubblico più vasto e inclusivo rispetto al passato. Sarà interessante osservare come questa iniziativa influenzerà la percezione del film nei prossimi anni.
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