Attualmente, i produttori di chip stanno realizzando i migliori chipset per smartphone al mondo utilizzando il processo a 3nm. Tra questi si trovano l’A18 Pro di Apple, presente nella serie iPhone 16, e il Qualcomm Snapdragon 8 Elite, impiegato nella maggior parte dei telefoni di punta lanciati dalla fine del 2024. Nel 2026 si prevedono ulteriori chipset da parte di Qualcomm costruiti con il processo a 2nm.
qualcomm punta ai chip a 2nm
Secondo un rapporto precedente, Apple utilizzerà il processo a 2nm di TSMC per produrre i chipset della sua serie iPhone 18. Recentemente, secondo la fonte Digital Chat Station su Weibo, anche Qualcomm sembra intenzionata a seguire questa strada. L’azienda prevede infatti di adottare il processo a 2nm di TSMC per i suoi chipset di punta del 2026, che presumibilmente sarà lo Snapdragon 8 Elite Gen 3.
Il report menziona due chipset Qualcomm: SM8950 e SM8945. Basandosi sulla nomenclatura, lo SM8950 dovrebbe corrispondere allo Snapdragon 8 Elite Gen 3. L’altro potrebbe rappresentare una variante leggermente meno potente, forse lo Snapdragon 8s Gen 5 o qualsiasi altro nome che Qualcomm deciderà di assegnare al suo chipset.
Attualmente, TSMC è l’unica azienda in grado di produrre chipset utilizzando il processo a 2nm. Samsung potrebbe presto recuperare terreno; rapporti recenti indicano che il primo test del processo a 2nm da parte di Samsung ha mostrato risultati promettenti. Nonostante ciò, molte grandi aziende come Apple, Qualcomm, MediaTek e NVIDIA fanno ancora grande affidamento su TSMC.
Se Samsung riuscisse ad attuare efficacemente il suo processo a 2nm, potrebbe conquistare alcuni clienti tra queste aziende, specialmente se decidessero di diversificare i loro partner produttivi per ridurre la dipendenza da un singolo fornitore.
perché il passaggio ai chip a 2nm è significativo
Spesso si leggono articoli riguardanti il processo produttivo dei chip e vengono utilizzati termini come 2nm e 3nm, ma perché sono così importanti? In sostanza, più piccolo è il processo utilizzato, maggiore è la quantità di transistor che possono essere inseriti nello stesso spazio. Questo concetto può essere paragonato alle batterie al silicio-carbonio che offrono una capacità superiore pur mantenendo le stesse dimensioni delle tradizionali celle agli ioni di litio.
Aumentando la densità dei transistor si incrementa la potenza grezza disponibile, utile per le funzionalità avanzate dell’intelligenza artificiale. Inoltre, dimensioni più contenute comportano un minore consumo energetico. Ciò contribuisce a rendere i dispositivi mobili più efficienti dal punto di vista energetico e aumenta la durata della batteria con una singola ricarica.
Produrre chip con il processo a 2nm comporta costi elevati. Pertanto non sarebbe sorprendente se aziende come TSMC decidessero di aumentare i prezzi per i propri clienti, trasferendo poi tali costi sui consumatori finali.
Lascia un commento