Gestire le password con Google: 6 motivi per cui ho rinunciato

Google Password Manager offre un’esperienza di gestione delle password integrata nell’ecosistema Google, garantendo una sincronizzazione fluida tra diversi dispositivi. Nonostante la sua praticità, presenta diverse limitazioni che possono influenzare negativamente l’esperienza dell’utente.

mancanza di un’app standalone e supporto per browser alternativi

Il Google Password Manager è efficace solo se si utilizza un dispositivo Android o il browser Chrome. Non esiste un’applicazione autonoma e non è disponibile alcuna estensione per browser come Safari o Firefox. Ciò implica che gli utenti devono copiare manualmente le credenziali da Chrome, rendendo l’utilizzo del servizio scomodo per chi opera in ambienti multi-piattaforma.

assenza del supporto per autenticazione a due fattori

A differenza di altri gestori di password, Google Password Manager non supporta la gestione dei codici 2FA. Questo rappresenta una significativa mancanza di sicurezza, poiché molti siti richiedono questa funzionalità. Gli utenti sono costretti a passare da una app all’altra per accedere ai codici necessari dopo aver inserito le proprie credenziali.

condivisione delle password scomoda e limitata

La condivisione delle password avviene esclusivamente all’interno del gruppo familiare di Google. Per condividere informazioni con amici o colleghi, è necessario copiare e incollare manualmente le credenziali, un metodo poco sicuro rispetto ad altre soluzioni sul mercato che offrono link temporanei e controlli più avanzati sulla condivisione.

nessun supporto per memorizzare metodi di pagamento o documenti

Google Password Manager non consente di memorizzare in modo sicuro carte di credito o documenti importanti. Sebbene Google gestisca i metodi di pagamento separatamente in Chrome, manca una soluzione integrata che riunisca tutte queste informazioni in un’unica piattaforma sicura.

assenza di una password master che compromette la sicurezza

Un altro aspetto critico è l’assenza della password master. Mentre molti gestori richiedono questo strato aggiuntivo di protezione, Google permette l’accesso tramite biometria o codice dello schermo, risultando meno sicuro rispetto ai concorrenti.

cifratura dei dati non attivata di default

Infine, la cifratura on-device non è abilitata automaticamente. Gli utenti devono attivarla manualmente nelle impostazioni, il che rappresenta una grave lacuna nella sicurezza considerando la quantità di dati sensibili gestiti dal servizio.

google password manager è adatto per l’uso casuale ma non per utenti esigenti

In conclusione, sebbene Google Password Manager possa funzionare bene per chi utilizza principalmente Android e Chrome in modo occasionale, gli utenti più esperti potrebbero trovare le sue limitazioni insoddisfacenti e dovrebbero considerare alternative più robuste e complete nel settore della gestione delle password.

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