Claude di Anthropic può ora cercare sul web

Il panorama della tecnologia dell’intelligenza artificiale sta vivendo una vera e propria trasformazione, con l’emergere dei motori di ricerca basati su AI. Questi strumenti offrono un’esperienza innovativa, generando risposte dirette alle query degli utenti anziché presentare un elenco di siti web da visitare. Nonostante le problematiche associate a questo approccio, diverse aziende stanno introducendo i propri motori di ricerca AI. Recentemente, Anthropic ha annunciato che il modello Claude 3.7 Sonnet è ora in grado di effettuare ricerche sul web.

claude 3.7 sonnet: la nuova funzionalità di ricerca

Era prevedibile che la startup AI sostenuta da Amazon e Google introducesse questa funzionalità. Anche se non ha la grandezza di Google o OpenAI, Anthropic sta sviluppando prodotti ambiziosi nel campo dell’AI. Tra le sue iniziative c’è anche un modello capace di pilotare il computer per l’utente.

Giovedì scorso, l’azienda ha rivelato che il modello Claude 3.7 Sonnet può ora cercare informazioni online. A differenza dei tradizionali motori di ricerca, non verrà presentato un elenco di pagine web; piuttosto si avrà una sintesi in stile chatbot delle informazioni ricercate. Pur essendo un motore di ricerca, mostrerà comunque le fonti consultate.

Nella GIF utilizzata da Anthropic per dimostrare la funzionalità, si nota che le fonti appaiono solo per un breve periodo prima che l’AI prenda il sopravvento. Sarà necessario osservare questa opzione in azione per valutarne realmente l’efficacia.

limitazioni attuali del servizio

Attualmente non tutti possono utilizzare Claude per effettuare ricerche sul web; questa funzione è disponibile esclusivamente per i clienti a pagamento negli Stati Uniti. È previsto che nel tempo questa funzionalità venga estesa a un numero maggiore di utenti.

le criticità degli ai search engine

Sebbene i motori di ricerca basati su AI rappresentino una novità interessante, è fondamentale considerare i rischi associati al loro utilizzo. Recenti studi hanno evidenziato come questi strumenti rimandino a oltre il 90% in meno rispetto ai tradizionali motori di ricerca riguardo ai siti web consultabili. Diverse piattaforme hanno subito perdite significative poiché strumenti come Perplexity e ChatGPT Search sottraggono traffico dai siti esistenti.

Alcune aziende riconoscono questo problema collegando a una lista molto ridotta (una lista VERAMENTE breve) di fonti attendibili. Sebbene questa tecnologia possa risultare utile per risparmiare tempo, resta da vedere se porterà più benefici o danni nel lungo termine.

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