La questione della moderazione dei contenuti da parte di Alphabet, la società madre di Google, ha attirato l’attenzione del Comitato Giudiziario della Camera, guidato dal presidente repubblicano Jim Jordan. L’obiettivo è comprendere se ci siano state preferenze nella moderazione dei contenuti a favore di un’amministrazione rispetto a un’altra. A tal fine, il comitato ha emesso un subpoena per discutere delle comunicazioni tra Alphabet e l’amministrazione Biden riguardanti le pratiche di moderazione.
pratiche di moderazione dei contenuti di Alphabet
Le affermazioni dell’amministrazione Trump e di altri esponenti repubblicani indicano che Alphabet, insieme ad altre grandi aziende tecnologiche, avrebbe limitato le opinioni conservatrici sotto la motivazione della moderazione dei contenuti. Il subpoena mira a rivelare i dialoghi su argomenti politicamente sensibili, comprese le decisioni di moderazione collegate all’ex presidente Joe Biden.
Mark Zuckerberg di Meta ha riconosciuto davanti al comitato diretto da Jordan lo scorso anno che l’amministrazione Biden aveva esercitato pressioni affinché venissero censurati alcuni contenuti. Questo potrebbe alimentare l’idea che Alphabet e altre aziende tecnologiche abbiano mostrato favoritismi. In seguito, Meta ha deciso di ridurre le sue pratiche di moderazione all’inizio dell’anno.
Il silenzio da parte di Alphabet non è stato ben accolto da Jordan, il quale ha evidenziato in una lettera alla compagnia che “Alphabet non ha disconosciuto in modo simile i tentativi dell’amministrazione Biden-Harris di censurare il discorso”.
Google ha difeso le proprie pratiche dichiarando attraverso il portavoce Jose Castaneda che l’azienda continuerà a dimostrare al comitato come applica autonomamente le proprie politiche, sottolineando il suo impegno per la libertà d’espressione.
il quadro generale
La questione se Alphabet e Big Tech stiano favorendo determinate posizioni è solo un aspetto del problema. Ciò che emerge con maggiore rilevanza è la necessità di trasparenza nella moderazione politica. Questa situazione potrebbe stabilire un precedente su come i regolatori e le future amministrazioni potrebbero voler regolare ulteriormente le aziende tecnologiche, specialmente in ambito politico.
Ciononostante, sembra che le grandi aziende tecnologiche stiano mostrando maggiore cooperazione con l’amministrazione Trump. Il presidente Trump ha spinto aggressivamente per tariffe sui beni importati da paesi come la Cina. Molte aziende tecnologiche, tra cui Apple, dipendono fortemente dalla Cina; pertanto alcune hanno avviato manovre per mantenere buoni rapporti con Trump. Queste azioni includono investimenti significativi negli Stati Uniti.
- Jim Jordan – Presidente Comitato Giudiziario della Camera
- Mark Zuckerberg – CEO Meta
- Jose Castaneda – Portavoce Google
- Diverse aziende tech (Apple inclusa)
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