Recenti sviluppi nel campo della sicurezza informatica hanno rivelato preoccupanti vulnerabilità nei dispositivi Android. Un caso emblematico è stato messo in luce da Amnesty International, che ha documentato come un attivista giovanile serbo abbia subito l’accesso non autorizzato al proprio smartphone tramite un exploit zero-day di Android. Fortunatamente, Google ha già provveduto a risolvere il problema.
l’uso dell’exploit
Secondo quanto riportato, la società israeliana Cellebrite ha sfruttato questa falla come parte di un attacco zero-day su Android. L’exploit colpisce i driver USB dei dispositivi Android, rendendo vulnerabili miliardi di telefoni indipendentemente dal produttore.
Questo scenario mette in evidenza l’utilizzo delle tecnologie di Cellebrite da parte delle forze dell’ordine per accedere ai dispositivi bloccati dei sospetti. Ciò solleva interrogativi sulla possibilità che tali strumenti possano finire nelle mani sbagliate.
Inoltre, rafforza la posizione di aziende come Apple, che si sono opposte alla creazione di backdoor per consentire l’accesso ai telefoni iPhone bloccati. Apple ha dichiarato di non credere nell’esistenza di “backdoor solo per i buoni” e ha avvertito che queste aperture potrebbero essere “sfruttate da chi minaccia la nostra sicurezza nazionale e quella dei dati dei nostri clienti.”
correzione dell’exploit android
Sebbene la situazione sia allarmante, è importante notare che l’exploit è stato risolto. Amnesty International ha identificato la catena di exploit a metà del 2024 durante l’analisi dei registri. Google ha condiviso una correzione con i suoi partner nel gennaio 2025 e ha confermato il fix attraverso un comunicato ufficiale: “Eravamo a conoscenza di queste vulnerabilità e del rischio di sfruttamento prima di questi rapporti e abbiamo prontamente sviluppato correzioni per Android”.
Non è la prima volta che governi e agenzie investigative monitorano le proprie popolazioni; probabilmente non sarà neanche l’ultima. È cruciale che aziende come Google e Apple rimangano vigili contro tali minacce prima che vengano sfruttate dai governi stessi.
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