Il recente dibattito attorno all’industria dei microchip negli Stati Uniti ha preso piede con l’intenzione dell’ex presidente Donald Trump di rivedere le politiche attuali relative al finanziamento statale nel settore. La questione ruota attorno all’acquisizione della posizione dominante di Taiwan nel mercato globale dei semiconduttori e alle misure di sostegno economico previste dal Chips Act.
Trump e la strategia per l’industria dei microchip
Attualmente, la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) è considerata il centro nevralgico della produzione di semiconduttori. Aziende di rinomata fama nell’industria tecnologica, come NVIDIA e Qualcomm, si rivolgono a TSMC per la realizzazione dei loro chip di intelligenza artificiale e dei SoC per dispositivi mobili. Secondo quanto riportato, Trump sarebbe incline a far sì che gli Stati Uniti possano riprendere il controllo sulla produzione di chip, adottando tariffe sui semiconduttori importati per incoraggiare le aziende americane a optare per la produzione locale.
Le misure tariffe avranno un impatto particolare su Taiwan e sulla Cina, portando preparativi già in atto da parte di grandi aziende taiwanesi come MediaTek.
Modifiche in vista per le politiche di finanziamento del Chips Act
Inoltre, ci sono indicazioni che Trump stia cercando di rivedere le condizioni stabilite dal Chips Act. Questo atto, approvato nel 2022, prevede un fondo di $39 miliardi destinato alle aziende di chip che aderiscono a requisiti specifici, principalmente legati all’apertura di stabilimenti negli Stati Uniti.
Durante questo processo, ci sarebbero delle preoccupazioni riguardo ad alcune clausole, comprese quelle che obbligano le aziende a assumere personale sindacalizzato e a garantire assistenza per la custodia dei bambini degli operai.
Investimenti in Cina e reazioni dell’amministrazione Trump
Infine, l’amministrazione Trump manifesta irritazione per le aziende che, beneficiando dei fondi del Chips Act, annunciano investimenti significativi in Cina. Sebbene il Chips Act preveda la possibilità di tali investimenti, le recenti decisioni di aziende come Intel, che ha investito $300 milioni per una struttura in Cina, hanno sollevato interrogativi. Intel ha ricevuto circa $2,2 miliardi in sovvenzioni e TSMC, con ingenti investimenti in Cina, ha ottenuto $1,5 miliardi durante l’amministrazione Biden.
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