Il panorama delle applicazioni mobili è stato recentemente messo sotto i riflettori a causa di un report della società di cybersicurezza Gen, che ha evidenziato un aumento preoccupante di applicazioni potenzialmente dannose sulle principali piattaforme di distribuzione. Nonostante gli sforzi delle aziende per proteggere gli utenti da software pericoloso, alcune app maligne riescono comunque a infiltrarsi, rappresentando un rischio significativo per la sicurezza personale, in particolare per i dati bancari.
app potenzialmente nocive in aumento nei principali store
Secondo i ricercatori di Gen, nel quarto trimestre del 2024 sono state introdotte nuove applicazioni note come “bankers”, progettate per rubare le credenziali bancarie degli utenti, mettendo così a rischio la sicurezza dei loro conti. Queste applicazioni malevole si presentano spesso come app legittime o innocue, come strumenti per Visa, browser popolari (es. Chrome) o piattaforme di incontri, ma contengono software pericolosi come BankBot. Si stima che questo malware abbia compromesso il 236% di dispositivi in più rispetto al terzo trimestre del 2023.
In aggiunta, si segnala la proliferazione di app per prestiti rapidi con intenti malevoli, che richiedono un numero eccessivo di permessi, consentendo così agli aggressori di accedere a dati sensibili. Questi dati vengono poi utilizzati per estorcere denaro alle vittime. Il buon senso si rivela fondamentale in queste situazioni: se un’app sembra troppo vantaggiosa, è opportuno interrogarsi sulle sue reali intenzioni.
Il report di Gen sottolinea anche che gli attaccanti stanno scoprendo nuove modalità di distribuzione delle app, come ad esempio un’applicazione calcolatrice dell’IMC infettata da malware presente nello store di Amazon.
store ufficiali come ambienti sicuri
Malgrado la problematica crescente, le applicazioni distribuite attraverso i store ufficiali di brand rinomati come Apple, Google e Samsung rimangono generalmente ambienti sicuri. Scaricare app da siti esterni o piattaforme oneste implica rischi maggiori, poiché mancano sistemi di sicurezza contro il malware, sia attraverso revisioni manuali che rilevamenti automatici. Prestando attenzione ai permessi richiesti dalle app e agendo con discernimento, gli utenti possono minimizzare i rischi.
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