Otto anni dopo il Batterygate di Apple: continuano le voci sulla obsolescenza programmata

Il fenomeno del “Batterygate” ha suscitato un acceso dibattito riguardante la gestione delle batterie negli iPhone, iniziando nel 2016 con la notizia che molti modelli di iPhone 6s si spegnevano inaspettatamente prima che la carica fosse completamente esaurita. Questa problematica, sebbene rappresentasse un notevole disagio per gli utenti, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza dei propri dati e dell’integrità dell’hardware. Apple, di fronte a tali segnalazioni, ha avviato misure per mitigare il problema.

Cosa era il Batterygate

Il giorno in cui il telefono si è fermato

Le segnalazioni del 2016 hanno messo in evidenza che diversi dispositivi iPhone 6s si spegnevano improvvisamente, causando risentimento tra gli utenti. Inoltre, tale problema poteva compromettere la sicurezza non solo del dispositivo stesso, ma anche delle informazioni salvate al suo interno. Pur dopo aver introdotto alcune correzioni vaghe nel software, la nota di rilascio di iOS 10.2.1 indicava solo miglioramenti nella gestione dell’alimentazione durante i carichi di lavoro intensivi per evitare spegnimenti inattesi. Una rivelazione nel 2017, riguardante l’implementazione di un sistema di throttling, ha scatenato l’indignazione degli utenti, poiché è emerso che Apple stava limitando le prestazioni dei dispositivi più datati.

Come il throttling dei vecchi iPhone ha combattuto l’obsolescenza

Il sistema di throttling messo in atto da Apple mirava a ridurre i casi di spegnimenti improvvisi, diminuendo l’incidenza di tali eventi dell’80% in un mese. Le restrizioni si applicavano solo in condizioni particolari, come temperature estreme e basse percentuali di carica. Nonostante l’industria avesse visto riduzioni delle prestazioni, un’adeguata comunicazione avrebbe potuto portare ad una percezione migliore, evitando la cattiva reputazione che accompagna ancora oggi l’azienda.

Perché e come Apple è stata danneggiata

I costi massicci dietro le quinte

Contrariamente alle teorie del complotto comuni, Apple non ha ridotto le prestazioni per spingere gli utenti a rinnovare i propri dispositivi. Malgrado il grande clamore, l’azienda ha registrato perdite significative, superando i 10,5 miliardi di dollari. È emerso che la mancanza di trasparenza e l’approccio nebuloso adottato circa i problemi di batteria avevano compromesso la fiducia degli utenti.

L’intenzione dietro lo sviluppo tecnologico

E dove entra in gioco l’obsolescenza programmata

Sebbene l’obsolescenza programmata sia un tema complesso ed esista sotto varie forme, è chiaro che la Apple ha aumentato gli investimenti nel software anziché ridurli. La situazione evidenziata dal Batterygate non è derivata da una volontà di accorciare la vita utile dei dispositivi, bensì è stata causata da un tentativo maldestro di migliorare l’esperienza utente mantenendo attivi dispositivi datati. La realtà, quindi, è più sfumata rispetto alle accuse pubbliche rivolte all’azienda.

Obsolescenza percepita: quella che è in parte colpa tua

Le aspettative elevate degli utenti possono contribuire alla percezione di obsolescenza. Le aziende si sentono spinte a innovare continuamente, e le reazioni degli utenti nei confronti di dispositivi non completamente rinnovati, come nel caso dei nuovi modelli Galaxy, dimostrano come l’industria tecnologica si trovi ad affrontare una pressione costante da parte dei consumatori.

Il ragazzo che ha gridato ‘obsolescenza programmata’

Fino a un giorno in cui nessuno lo ascoltò

Le accuse mosse ad Apple di sabotaggio aziendale rischiano di fraintendere le reali criticità. Nonostante il malcontento, è fondamentale avere una comprensione più profonda degli aspetti tecnici e gestionali che influenzano l’industria. Il miglioramento della consapevolezza e della responsabilità da parte dei consumatori è essenziale per generare richieste più informate e sostenibili nel settore tecnologico.

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