10 rebranding tecnologici che dimostrano come anche la cattiva reputazione possa essere deleteria

Il mondo della tecnologia è stato testimone di numerosi tentativi di rebrand che non hanno raggiunto il successo sperato. Alcuni marchi, nel tentativo di innovare e rimanere competitivi, hanno fatto scelte discutibili dando vita a sviluppi comici e imbarazzanti. Di seguito, vengono presentati alcuni tra i più noti fallimenti del settore tecnologico riguardanti le modifiche al brand.

10 Qwikster

Il nome racconta quanto è durato

Netflix, all’inizio del servizio di noleggio DVD, ha tentato di separare i servizi di streaming e noleggio. La decisione di istituire Qwikster come nuova entità ha comportato la necessità di un nuovo account per gli utenti, ma l’iniziativa è fallita in breve tempo, portando a una rapida chiusura.

9 Isis Mobile Wallet

Perciò, esiste il ‘cattivo cioè’

È avvenuto nel 2013 il lancio della applicazione per pagamenti Isis, sostenuta da AT&T, Verizon e T-Mobile. Il termine “Isis” è diventato rapidamente problematico a causa delle notizie riguardanti l’omonima organizzazione terroristica, costringendo alla rebranding in Softcard. Il servizio non ha mai decollato completamente.

8 Il tablet JooJoo

Nessun potere per il JooJoo?

Il JooJoo, lanciato da Fusion Garage nel 2010, ha tentato di concorrere con l’iPad. Ma il prezzo elevato e il lancio simultaneo dell’iPad, che offriva migliori prestazioni, hanno causato il fallimento del dispositivo prima ancora di guadagnare popolarità.

7 Oxford Dictionaries

Parole di Dre

Oxford University Press ha cercato di rinnovarsi nel 2014 ma il nuovo logo ha suscitato più critiche che elogi. Il tentativo di modernizzazione in realtà ha confuso più che soddisfare le aspettative di un marchio prestigioso.

6 Logo di DeviantArt

Un taglio sopra il resto?

Il rebrand della piattaforma DeviantArt nel 2014 ha presentato un nuovo logo che ha suscitato opinioni contrastanti. La transizione da un logo basato sulle iniziali a uno più stilizzato ha fatto sorgere interrogativi sulla sua efficacia.

5 Microsoft 365 Office

Strizza gli occhi e lo vedrai… forse

La ristrutturazione della suite Microsoft 365 in Microsoft 365 Copilot ha destato scalpore per la difficoltà di lettura del nuovo logo. Sebbene l’integrazione dell’AI sia stata ben accolta, il logo della nuova entità ha messo in discussione le scelte di design.

4 The Sci-Fi Channel

Sci-Fi diventa STI

Il cambio di nome da Sci-Fi a SyFy ha creato un’associazione indesiderata in alcuni mercati, dove “SyFy” riecheggia il termine per la sifilide. Questo ha portato a critiche e derisioni che persistono ancora oggi.

3 Radio Shack

Smetti di far accadere “The Shack”!

Il rebranding di Radio Shack nel 2008 ha comportato la creazione dell’ “The Shack”, ma la confusione generata dalla coesistenza dei due nomi ha complicato ulteriormente la percezione del marchio senza riuscire a guadagnare il favore dei consumatori.

‘Sfortunatamente, non si può dire cosa sia il Meta.’

Nel tentativo di introdurre il concetto di Metaverso, Facebook ha optato per un cambiamento di nome in Meta. La gestione delle aspettative degli utenti e la comprensione del significato reale dietro il rebranding ha sollevato dubbi tra i suoi utenti più anziani.

1 Twitter

Il rebrand degno di un saluto

Elon Musk ha deciso di rinominare Twitter in “X”, scatenando una serie di reazioni negative e confusione tra gli utenti. Nonostante il tentativo di modernizzare il marchio, molti continuano a riferirsi alla piattaforma come “Twitter”, evidenziando i limiti della nuova identità.

Fallire in fretta e correggere il tiro!

Questi dieci esempi dimostrano come riflessioni errate possano influenzare negativamente la reputazione di un marchio. La strada per il successo è illuminata da esperienze di ripensamento e innovazioni più studiate che dovrebbero guidare i futuri rebrand nel settore tecnologico.

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