Nell’ambito delle recenti notizie riguardanti Apple, emergono possibili problematiche legate alle politiche dell’App Store in Cina. Le autorità cinesi stanno considerando l’avvio di un’indagine antitrust sull’azienda, focalizzandosi sulle spese imposte dall’App Store e sulle restrizioni applicate da Apple nei confronti di negozi di app di terze parti e metodi di pagamento alternativi.
Le commissioni del 30% di Apple
Il punto centrale della questione è la commissione del 30% sugli acquisti delle app e sugli acquisti in-app. Le politiche di Apple riguardanti l’App Store hanno già suscitato controversie in passato, come dimostrato dalla causa tra Apple ed Epic Games per problematiche simili. A causa di queste politiche, alcuni servizi, come Netflix e Spotify, hanno scelto di escludere l’opzione di abbonamento tramite le loro applicazioni, costringendo gli utenti a gestire le sottoscrizioni attraverso i rispettivi siti web. Questo accade per evitare le commissioni elevate imposte da Apple. Secondo quanto riportato, i regolatori cinesi ritengono che Apple stia applicando “commissioni eccessive” a sviluppatori locali, limitando così la concorrenza e potenzialmente aumentando i prezzi per i consumatori.
Il modello chiuso di Apple
Un’altra preoccupazione riguarda il modello chiuso di Apple, che non consente negozi di app di terze parti, se non in alcune giurisdizioni internazionali. Anche se recenti modifiche alle leggi dell’UE hanno costretto Apple ad aprire a tali opzioni per gli utenti iOS, questo non si applica agli altri mercati, compresa la Cina. Tale situazione costringe gli sviluppatori cinesi a utilizzare esclusivamente il sistema di pagamento di Apple e il suo App Store, esponendoli nuovamente alla commissione del 30%. Secondo il rapporto, Apple potrebbe avere la possibilità di modificare le proprie politiche. Se dovesse decidere di non agire, il governo cinese avvierà una vera e propria indagine.
Il rapporto di Apple con la Cina
La Cina presenta regolamentazioni molto severe per le aziende straniere. Nonostante ciò, Apple ha stabilito e mantenuto una relazione proficua con il paese, che rappresenta un mercato chiave per l’azienda e contribuisce in modo significativo alle vendite di iPhone. Apple ha anche collaborato con vari produttori cinesi, come Foxconn, per la realizzazione e l’assemblaggio dei propri prodotti.
Contrariamente a molte compagnie occidentali, Apple ha ottenuto risultati positivi nel mercato cinese. L’eventuale indagine potrebbe mettere a rischio tale rapporto. Storicamente, Apple ha mostrato resistenza ai cambiamenti, affrontando critiche per il mancato rispetto delle leggi locali, come dimostrato dalle proteste contro le normative europee, che impongono l’apertura a negozi di app alternativi e metodi di pagamento diversi. In Cina, l’azienda ha mostrato di più soddisfare le leggi locali, come nel caso della rimozione di VPN non approvate, accettando di limitare l’accesso a contenuti in conformità con le leggi di censura cinesi.
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