La questione del copyright continua a rappresentare una sfida significativa nell’ambito dell’intelligenza artificiale. I progetti legislativi sono ancora in fase di sviluppo, ma le nuove e potenti capacità dell’IA possono rendere obsoleti tali sforzi prima della loro attuazione. In un tentativo di fare chiarezza, l’Ufficio del Copyright degli Stati Uniti ha confermato che il contenuto generato dall’IA può essere soggetto a copyright negli Stati Uniti se successivamente modificato o utilizzato per editare contenuti preesistenti.
Il contenuto generato dall’IA richiede editing umano per il copyright
Il secondo rapporto dell’US Copyright Office sull’argomento copyright e intelligenza artificiale si concentra principalmente su come determinare se le produzioni generate dall’IA possano essere protette da copyright. Secondo l’agenzia, le immagini o i film realizzati completamente da intelligenza artificiale non possono essere registrati per il copyright. Il fattore chiave è la partecipazione umana. Scrivere semplicemente un prompt non viene considerato un coinvolgimento umano, secondo quanto riportato.
Al contrario, un output generato dall’IA che ha ricevuto un editing da parte di un umano per apportare modifiche significative può essere idoneo alla protezione del copyright. Questo scenario si applica anche ai casi in cui gli autori utilizzano l’IA per integrare modifiche a opere o contenuti esistenti. Un esempio fornito nel rapporto riguarda i sistemi di ringiovanimento alimentati dall’IA utilizzati da alcuni produttori cinematografici per gli attori. Questo principio si applica anche quando l’IA viene utilizzata per completare qualche secondo di una scena specifica. In tali casi, il produttore può registrare il film per ottenere la protezione del copyright.
Non è possibile però registrare un cortometraggio generato dall’IA senza alcun editing successivo. Alcuni potrebbero contestare questa affermazione, ritenendo la scrittura del prompt parte integrante del processo creativo umano.
Ogni caso necessita di un’analisi specifica
In definitiva, è importante riconoscere che l’IA è uno strumento di supporto nel processo creativo. Affidare completamente il lavoro a modelli di linguaggio rende di fatto il contenuto non idoneo alla protezione del copyright in base a questa normativa. Anche se esistono linee guida generali, l’agenzia afferma che ogni caso deve essere valutato singolarmente. L’USCO deve analizzare attentamente se il livello di partecipazione umana in un prodotto dell’IA sia sufficientemente significativo.
Lascia un commento