Il fine settimana ha visto un’evoluzione significativa nel panorama dei social media, in particolare per quanto riguarda TikTok, la nota piattaforma di condivisione video. Dopo una momentanea disattivazione dei servizi, l’app è stata ripristinata con l’intervento del presidente statunitense. TikTok continua a trovarsi in una situazione di incertezza.
estensione di 75 giorni
Per gli utenti affezionati a TikTok, è confortante apprendere che l’app continuerà a funzionare per i prossimi due mesi e mezzo. Tale situazione è stata possibile grazie a un ordine esecutivo firmato dal presidente, il quale ha concesso una proroga di 75 giorni per consentire un’ulteriore analisi del servizio. In particolare, questo decreto permette alla piattaforma di non essere soggetta alla vendita forzata di proprietà.
L’ordine esecutivo mira a fornire al governo un periodo extra per esaminare l’azienda e il suo operato, valutando eventuali problemi di sicurezza nazionale. Durante questo intervallo, TikTok non subirà penalizzazioni per la sua continua operatività.
non è ancora finita
Le principali preoccupazioni sollevate riguardano la proprietà dell’app, appartenente a ByteDance, una compagnia con sede in Cina. La relazione tra il governo statunitense e la Cina ha generato timori riguardo alla privacy degli utenti e alla sicurezza nazionale. Ciò include la possibilità che aziende cinesi possano raccogliere dati sui cittadini americani per rapportarli al governo di Pechino.
Per cercare di affrontare tali problematiche, il presidente Biden ha emanato una legge nel 2024 che richiede a ByteDance di cedere la maggioranza delle sue quote a una compagnia americana. In caso contrario, ByteDance non potrà più mantenere o aggiornare l’app.
Questa disposizione non equivale a un divieto totale, ma potrebbe compromettere le operazioni di TikTok nel mercato statunitense. A seguito della proroga, il presidente Trump ha condiviso opinioni simili, suggerendo che una compagnia americana dovrebbe acquisire il 50% di TikTok.
Il governo cinese ha reagito a queste proposte, manifestando il proprio disappunto. In particolare, un portavoce del Ministero degli Affari Esteri ha dichiarato che tali decisioni dovrebbero essere “completate in modo autonomo e basate su principi di mercato”.
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