Il settore dell’intelligenza artificiale si prepara a un’importante svolta. Il CEO di OpenAI, Sam Altman, è atteso a un incontro riservato con funzionari statunitensi il 30 gennaio, durante il quale presenterà nuovi modelli di AI definiti “super agenti” dotati di competenze di livello PhD. Questi sistemi avanzati promettono di eseguire compiti complessi, incluso la gestione di catene di approvvigionamento globali.
Presentazione dei super agenti AI
Questi modelli di intelligenza artificiale sono considerati un salto generazionale nella tecnologia, capaci di gestire enormi volumi di dati per ottenere risultati pratici e applicabili. Sono progettati per:
- Creare software in modo autonomo, dalla progettazione alla fase di test.
- Gestire logistiche internazionali per garantire movimenti puntuali di veicoli e merci.
- Condurre ricerche approfondite su questioni complesse in tempi record.
Queste potenzialità suscitano entusiasmo e preoccupazione tra gli sviluppatori che si sono resi conto delle enormi capacità di questi strumenti.
Affrontare le aspettative
Nonostante l’entusiasmo, Altman ha esortato a mantenere realistiche le aspettative sulle nuove tecnologie, sottolineando che le sfide legate all’occupazione potrebbero essere significative. Le dichiarazioni di figure influenti nel settore, come Mark Zuckerberg di Meta e Marc Benioff di Salesforce, sugli effetti potenzialmente disastrosi dell’automazione sul mercato del lavoro, stanno aumentando i timori tra i legislatori.
Implicazioni per il mercato del lavoro
I dibattiti si intensificano in Congresso riguardo alla necessità di leggi che regolamentino l’automazione e l’uso dell’intelligenza artificiale. L’impatto che questi super agenti potrebbero avere sull’occupazione è significativo, con possibilità di miglioramenti in settori come la ricerca medica e la genetica, ma anche con il rischio di un futuro distopico caratterizzato dal dislocamento di massa dei lavoratori.
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