Meta si trova attualmente al centro di proteste interne a causa di recenti modifiche alle sue politiche relative alla comunità LGBTQ. Il CEO Mark Zuckerberg ha annunciato un approccio diverso riguardo alla moderazione dei contenuti, sollevando preoccupazioni tra i dipendenti circa l’impatto su questo gruppo marginalizzato.
Proteste interne e cambio di politiche
Secondo quanto riportato, la decisione di permettere esplicitamente di etichettare gli utenti LGBTQ+ come “mentally ill” ha scatenato l’indignazione tra i lavoratori di Meta. Molti dipendenti hanno manifestato il loro disappunto per le scelte politiche dell’azienda. In una dichiarazione, Zuckerberg ha rivelato una volontà di ridurre drasticamente la moderazione dei contenuti su tutte le piattaforme di Meta, inclusi Facebook e Instagram.
Un post di un dipendente, apparso su una piattaforma interna, esprimeva chiaramente la propria identità, dichiarando: “Sono LGBT e Mentalmente Malato. Informo che mi prenderò un po’ di tempo per il mio benessere mentale”. Inoltre, l’azienda ha annunciato che verranno rimossi diversi vincoli su tematiche che sollevano frequentemente discussioni politiche, come immigrazione, identità di genere e genere.
Possibili motivazioni politiche dietro le modifiche
Il cambiamento delle politiche è avvenuto a distanza di poche settimane da un incontro tra Zuckerberg e il presidente eletto Donal Trump, alimentando sospetti riguardo a possibili obiettivi politici. Molti dipendenti e analisti suggeriscono che il CEO stia cercando di avvicinarsi a un pubblico più di destra. Le dichiarazioni pubbliche di Zuckerberg non sono riuscite a ridurre le tensioni all’interno dell’azienda.
È importante sottolineare che questa non è la prima volta che Meta affronta controversie legate alla moderazione dei contenuti. Negli anni, la piattaforma ha ricevuto critiche per l’applicazione inconsistente delle proprie politiche nei confronti dei gruppi marginalizzati.
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