Un attacco informatico ha colpito recentementel’azienda Cyberhaven, specializzata in cyber sicurezza con sede in California, durante la vigilia di Natale. Questo attacco ha avuto come obiettivo specifico le estensioni di Chrome. L’azienda non ha fornito dettagli sul motivo di tale attacco né ha identificato gli autori coinvolti.
Cyberhaven ha comunicato di essere attualmente in collaborazione con le autorità federali per le indagini. Inoltre, l’azienda sta ricevendo supporto anche da Mandiant, una società di cyber sicurezza acquisita da Google. Secondo quanto dichiarato da Cyberhaven, non si ritiene di essere stata un obiettivo diretto, ma piuttosto parte di un attacco più ampio che ha interessato diverse estensioni di Chrome di varie aziende.
Controllo delle estensioni Chrome compromesse
Non è chiaro quante estensioni siano state compromesse durante l’attacco, Si sa che l’estensione di Cyberhaven è stata sotto controllo per oltre un giorno. L’azienda ha dichiarato di aver rimosso l’estensione malevola dallo store entro un’ora dalla scoperta del problema. Gli utenti che avevano installato l’estensione hanno potuto soffrire di vulnerabilità per almeno 30 ore.
I dettagli sull’attacco rimangono vaghi, ma Cyberhaven ha rivelato che l’aggiornamento dannoso applicato alla sua estensione ha permesso l’“esfiltrazione delle informazioni degli utenti”, comprese le password, e l’accesso a cookie e sessioni utente.
Raccomandazioni per gli utenti
In attesa dei risultati dell’indagine, Cyberhaven ha suggerito agli utenti di aggiornare l’estensione, ma di non rimuoverla, poiché parti del codice malevolo potrebbero risultare utili per l’analisi. Si consiglia di effettuare anche un cambio delle password come misura di sicurezza. Inoltre, Cyberhaven invita gli utenti a controllare i propri log per eventuali attività malevole, dato che l’aggiornamento malevolo potrebbe aver fornito ai criminali l’accesso a informazioni sensibili.
Non sono stati forniti particolari dettagli sull’attacco, ma sono emersi riferimenti a un attacco “avanzato” diretto a uno dei dipendenti, suggerendo che un’email di phishing possa essere stata la causa del compromesso.
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