Negli ultimi mesi, un tribunale degli Stati Uniti ha stabilito che Google opera un monopolio illegale nel settore dei motori di ricerca. Di conseguenza, il Dipartimento della Giustizia (DOJ) ha presentato diverse proposte per affrontare questa situazione, che includono l’ipotesi di vendere Chrome e di eliminare i contratti di esclusiva con altri operatori e sviluppatori di browser. Per fronteggiare la situazione, Google ha elaborato un proprio piano volto a risolvere questo problema antitrust negli Stati Uniti.
Strategia per ridurre le esclusività con terzi
Tra le proposte avanzate dal DOJ c’è l’abbandono degli accordi di esclusività relativi a Google Search. Spesso, l’azienda stipula contratti con sviluppatori di browser o aziende telefoniche per garantire che il suo motore di ricerca sia impostato come predefinito. Questa scelta potrebbe avere effetti negativi su piccoli sviluppatori di browser, i quali dipendono economicamente da tali accordi.
Google ha integrato questo suggerimento in una revisione della propria strategia. La proposta di Google prevede anche la cessazione degli accordi esclusivi con grandi aziende in merito ai suoi servizi e applicazioni. Ciò significa che nomi noti come Apple e Mozilla sarebbero colpiti da questa nuova regola.
Dettagli finanziari degli accordi
Si stima che nel 2022 Google abbia versato a Apple 20 miliardi di dollari per diventare il motore di ricerca predefinito su Safari, mentre Mozilla ricava una parte significativa delle proprie entrate proprio dai contratti con Google. Inoltre, l’azienda intende interrompere i pagamenti agli OEM di Android e ai gestori di telefonia mobile per l’integrazione del proprio motore di ricerca.
Proposta valida per tre anni, focus su servizi chiave
La proposta di Google ha una durata di tre anni e include il divieto di accordi di esclusività per servizi come Chrome, Search, Google Play Store, Google Assistant e Gemini. Inoltre, Google ha considerato l’impatto della proposta del DOJ sui piccoli browser. Di conseguenza, i nuovi accordi permetteranno di impostare Google Search come motore di ricerca predefinito per i browser, ma ogni piattaforma avrà un accordo separato, soggetto a revisione annuale.
Dati di ricerca e terzi
Un’altra proposta del DOJ prevedeva la condivisione dei dati di ricerca con terzi, un’ipotesi apparentemente difficile da attuare, e che Google non è propensa ad accettare. Infatti, non si trova alcun riferimento a tale condivisione nella proposta di Google, che considera i dati di ricerca come estremamente preziosi per la pubblicità personalizzata e l’addestramento delle sue piattaforme AI.
Prossimi passi e tempistiche
Infine, Google presenterà una proposta rivista il 7 marzo 2025, mentre l’appello al caso antitrust negli Stati Uniti avrà inizio nel mese di aprile. Pertanto, ci si dovrà preparare a una fase di attesa significativa.
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