Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha proposto una serie di rimedi nei confronti di Google, suggerendo l’opzione di una possibile vendita di Chrome. In risposta, Google ha presentato oggi un proprio piano di rimedi.
“Non proponiamo questi cambiamenti con leggerezza. Avrebbero un costo per i nostri partner, regolamentando come devono scegliere il miglior motore di ricerca per i loro clienti. Imporrebbero restrizioni e controlli gravosi sui contratti che hanno ridotto i prezzi dei dispositivi e sostenuto l’innovazione nei browser concorrenti, beneficiando così i consumatori.” — Google
proposte di modifica al licensing di android
Google si mostra disponibile a modifiche che consentirebbero ai produttori di dispositivi Android di non dover licenziare Google Search o Chrome per poter accedere al Play Store o ad altre applicazioni di primo livello.
“…proibisce a Google di condizionare la concessione di licenze, pagamenti o qualsiasi altra forma di considerazione affinché un partner Android accetti di non preinstallare o posizionare motori di ricerca generali rivali o browser di terze parti sui dispositivi mobili.”
condizioni per la licenza di altri servizi
Inoltre, i partner Android possono “licenziare Google Play, Search e/o Chrome senza dover licenziare anche l’applicazione mobile Google Assistant Gemini.” Questo è un passo verso la tutela della concorrenza futura.
“…proibisce [Google] di condizionare la considerazione affinché un partner si astenga dalla preinstallazione di servizi chatbot assistivi generativi concorrenti.”
contratti per la ricerca predefiniti
Google desidera continuare a pagare per essere il motore di ricerca predefinito in browser come Safari e Firefox, ma intende limitare questi contratti su base annuale per favorire una maggiore concorrenza. È anche possibile che un browser “stabilisca motori di ricerca diversi come predefiniti in vari sistemi operativi e modalità di navigazione” (come la navigazione privata).
durata dei rimedi proposti
Infine, mentre il Dipartimento di Giustizia auspica che qualsiasi rimedio duri per 10 anni, Google propone un periodo di soli tre anni, evidenziando il “pazzo ritmo di innovazione nella ricerca.”
Google contesterà le altre proposte del DOJ riguardanti la condivisione di dati di ricerca e pubblicità con terze parti, sostenendo che siano troppo ampie. L’azienda si oppone anche alla cessione di Chrome e/o Android.
sviluppi futuri
Le proposte di Google sono suscettibili di modifiche, con un’udienza tra Google e il DOJ prevista per aprile 2025. Si prevede che il giudice responsabile del caso emetta una sentenza prima di settembre 2025, con Google che ha già pianificato di appellarsi alla decisione.
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