Recentemente, Google ha subito una sconfitta nel procedimento antitrust che la vede coinvolta negli Stati Uniti. La giuria ha stabilito che il colosso di Mountain View esercita un monopolio nel settore dei motori di ricerca. Il Dipartimento di Giustizia (DOJ) ha avanzato alcune misure correttive, suggerendo, tra le altre, la vendita di Chrome. Le proposte del DOJ potrebbero rendere più difficile la competizione per i browser più piccoli.
Misure proposte contro Google
Le autorità statunitensi richiedono a Google di separarsi da Chrome per affrontare la situazione monopolistica. Questa non è l’unica misura suggerita; il DOJ intende anche vietare gli accordi che permettono ai sviluppatori di browser di impostare Google come motore di ricerca predefinito dietro compenso.
Impatto sui browser minori
Google elargisce cospicui pagamenti ad altri sviluppatori di browser affinché impostino il suo motore di ricerca come predefinito. In alcune circostanze, tali accordi rappresentano la principale fonte di finanziamento per browser di dimensioni più ridotte. Pertanto, un divieto totale di queste intese potrebbe risultare dannoso.
Se il DOJ portasse a compimento i suoi desideri, eliminerebbe la maggior parte del finanziamento destinato ai browser più piccoli, causandone la diminuzione della competitività. Senza fondi, la capacità di sviluppare nuove funzionalità o innovare sarebbe ostacolata. Ironia della sorte, questa proposta, intesa a risolvere una situazione monopolistica, potrebbe finire per avvantaggiare gli attori più grandi, portando alla scomparsa di quelli meno noti.
Nella peggiore delle ipotesi, i browser minori dovrebbero adattarsi, cercando nuovi modelli di business per sopravvivere, il che potrebbe tradursi in pubblicità più invasive o in politiche di privacy meno rigorose.
Finanziamenti legati agli accordi con Google
Google ha stabilito collaborazioni relative al suo motore di ricerca con vari attori dell’industria tecnologica. Ad esempio, nel 2022, ha versato 20 miliardi di dollari ad Apple per rendere Google il motore di ricerca predefinito in Safari. Inoltre, l’accordo con Google rappresenta la principale fonte di finanziamento per lo sviluppo e la manutenzione del browser Firefox. Le misure suggerite dal DOJ potrebbero avere effetti negativi sul progetto di Mozilla.
Un portavoce di Mozilla ha dichiarato che: “Il divieto degli accordi di ricerca con tutti i browser, indipendentemente dalle loro dimensioni e modelli di business, inciderà negativamente sui browser indipendenti come Firefox e avrà ripercussioni su un internet aperto e accessibile”.
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