La scadenza stabilita dalla legge “anti-TikTok” negli Stati Uniti si avvicina rapidamente. La società ByteDance, proprietaria della piattaforma di video brevi più utilizzata al mondo, sta adottando diverse misure per contrastare l’entrata in vigore della normativa. Recenti decisioni della corte hanno però limitato le possibilità di TikTok di evitare il bando statunitense.
Rigetto dell’appello di TikTok contro il divieto statunitense
Negli ultimi tempi, ByteDance ha presentato un appello in tribunale contestando la legge. L’esito è stato del tutto diverso dalle aspettative, poiché il collegio di tre giudici ha respinto tutte le argomentazioni della società. ByteDance sosteneva che la legge violasse il Primo e il Quinto Emendamento della Costituzione, in quanto comprometteva la libertà di espressione e le protezioni egualitarie. I giudici hanno stabilito che il provvedimento è costituzionale.
Il governo Biden ha firmato la legge ad aprile, imponendo a TikTok di separarsi dalla sua divisione statunitense. La scadenza per completare quest’operazione è fissata per il 19 gennaio 2025, un giorno prima del potenziale ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.
Le connessioni politiche di ByteDance e il futuro di TikTok
ByteDance ha mostrato sostegno a Trump tramite donazioni alla sua campagna elettorale, attraverso il finanziere Jeff Yass, primo sostenitore della società. Attualmente, Yass possiede il 15% delle azioni di ByteDance, il che implica un valore del suo investimento di circa 40 miliardi di dollari, partendo da un’iniezione iniziale di poco più di 2 milioni di dollari. Trump, a differenza del suo mandato precedente, è ora contrario alla rimozione di TikTok dal mercato americano.
La Costituzione degli Stati Uniti concede al presidente la possibilità di estensioni di 90 giorni in situazioni simili, ma questo si applica esclusivamente nei casi di processi di separazione dell’azienda. Il futuro più incerto ora riguarda l’impatto della nuova amministrazione di Washington sulla questione.
Preoccupazioni sulla sicurezza dei dati
I funzionari americani temono che i dati statunitensi possano essere accessibili a Pechino, poiché la legge cinese consente alle aziende di richiedere dati se vi è il sospetto di minacce alla sicurezza nazionale. Alcuni temono anche manipolazioni nell’algoritmo di raccomandazione della piattaforma, che potrebbero influenzare i giovani americani.
Nonostante TikTok affermi di operare in modo autonomo da ByteDance e di non inviare dati americani a server cinesi, le legislazioni statunitensi rimangono scettiche, ritenendo che la Cina possa esercitare pressioni su ByteDance per ottenere informazioni riservate.
Michael Hughes, portavoce di TikTok, ha dichiarato: “Sfortunatamente, il divieto di TikTok è stato concepito e attuato sulla base di informazioni imprecise, risultando in una vera e propria censura del popolo americano.”
Supporto bipartisan alla legge
Nonostante Trump desideri evitare un divieto per TikTok negli Stati Uniti, la legge di Joe Biden ha ricevuto ampio sostegno da entrambe le parti politiche. È stata considerata una misura necessaria per tutelare la sicurezza nazionale, con l’appoggio anche da parte di rappresentanti repubblicani.
ByteDance ha ancora alcune possibilità di contestare la legge, tramite appelli sia al DC Circuit che alla Corte Suprema. La posizione attuale di Trump potrebbe risultare una variabile imprevedibile in questa situazione.
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