Negli ultimi tre anni, l’esperienza con la TV intelligente da 43 pollici della Xiaomi (modello P1) ha mostrato notevoli problemi. Inizialmente, il televisore funzionava correttamente, ma nel tempo si sono manifestati diversi inconvenienti, culminando in frequenti blocchi che richiedevano uno spegnimento forzato.
Problemi riscontrati con la Xiaomi Android TV
Il televisore Xiaomi P1, dotato di un processore MediaTek MT9611 e 2 GB di RAM, ha mostrato performance accettabili all’inizio, tanto da far accantonare l’uso del Chromecast. Con il tempo, Si sono intensificati i malfunzionamenti. App come Plex e YouTube si chiudevano inaspettatamente, e apparivano rallentamenti significativi durante la navigazione. Si possono citare i seguenti problemi:
- Chiusura improvvisa di applicazioni.
- Ritardi nella risposta e nella navigazione.
- Il televisore tendeva a bloccarsi senza alcun motivo apparente.
- Aggiornamenti software carenti, con versioni obsolete di Android TV.
- Limitazioni nelle funzionalità delle app, come la mancanza di controllo della velocità di riproduzione su YouTube.
La soluzione offerta dal Google TV Streamer
Con l’introduzione del nuovo Google TV Streamer, l’esperienza è drasticamente migliorata. Collegando il dispositivo, si è avvertita immediatamente la differenza grazie a un hardware più potente, caratterizzato da un processore MediaTek MT8696 e 4 GB di RAM. Questo incremento di prestazioni ha risolto i problemi di lag e blocchi. In un mese di utilizzo, non si sono verificati malfunzionamenti, rendendo il dispositivo complessivamente fluido. Allo stesso modo, la Xiaomi ha assunto un nuovo ruolo come semplice display, privato della sua “intelligenza”.
Considerazioni su hardware e prestazioni
Le specifiche tecniche del Google TV Streamer superano di gran lunga quelle della TV Xiaomi. Nonostante ciò, ci si domanda perché Google non stabilisca requisiti minimi più elevati per l’hardware delle TV compatibili con Android. Una maggiore potenza garantirebbe un’esperienza più soddisfacente anche nel lungo periodo. Le attuali normative offrono agli produttori la possibilità di realizzare modelli con performance sottodimensionate, compromettendo la soddisfazione dei consumatori.
Sarebbe auspicabile che Google richiedesse implementazioni hardware più robuste per evitare che gli utenti scoprano frustrazioni a causa di dispositivi poco prestazionali. Un approccio in tal senso porterebbe a un’esperienza utente nettamente migliore e limiterebbe l’abbandono delle piattaforme Android in favore di alternative più performanti.
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