esentare google da obblighi di rimborso
Una recente decisione della corte federale ha stabilito che Google non ha l’obbligo di rimborsare gli utenti vittime di truffe relative alle Google Play gift card. La sentenza del giudice Beth Freeman ha evidenziato come Google non abbia direttamente incoraggiato le frodi, liberandola quindi dalla responsabilità per le perdite subite dalle vittime.
il caso di giudith may
Il ricorso presentato dalla signora Judy May ruota attorno a una tattica di frode piuttosto diffusa: ingannare le persone inducendole ad acquistare carte regalo sotto false pretese. La decisione della corte avvalora la posizione di Google, sottolineando la distanza legale del gigante tecnologico rispetto alle responsabilità in situazioni dove truffatori terzi sono coinvolti nei pagamenti.
Il processo è iniziato a seguito di un episodio del 2021, in cui la signora May ha perso 1.000 dollari dopo essere stata ingannata nell’acquisto di carte regalo Google Play nell’ambito di una truffa su presunti fondi statali. Le è stato detto di condividere i codici delle carte per coprire i “costi di elaborazione” del presunto grant, per poi rendersi conto di essere stata raggirata. Quando ha chiesto un rimborso a Google, l’azienda ha respinto la richiesta, facendo riferimento alla propria politica di non rimborsare le transazioni relative a carte regalo.
la posizione del giudice
Il giudice Freeman ha accolto la richiesta di Google di archiviare la maggior parte delle accuse sollevate da May, puntualizzando che Google non ha giocato un ruolo diretto nel provocare la frode. Secondo Freeman, “May ha subito un danno economico a causa di un inganno fraudolento attuato da truffatori terzi, non per omissioni o false dichiarazioni da parte di Google”.
May ha sostenuto che Google trarrebbe effetti indiretti dai furti, in quanto l’azienda percepisce una commissione tra il 15 e il 30% sui pagamenti effettuati tramite le carte regalo, insinuando così che Google beneficia finanziariamente delle frodi. La corte ha ritenuto insufficiente questa argomentazione, evidenziando che i danni subiti dalla donna derivate dall’uso illegittimo delle carte regalo, non riconducibili ad azioni ingannevoli da parte di Google.
implicazioni della sentenza
Il giudice ha altresì scartato una richiesta di danni tripli, giustificando che la consapevolezza di May riguardo alla frode riduceva le probabilità di essere ingannata nuovamente, rendendo difficile sostenere la richiesta di un ulteriore risarcimento. È stata comunque lasciata la possibilità alla signora May di modificare alcuni aspetti della sua denuncia nei successivi 45 giorni.
Google ha rilevato che la propria politica in merito ai rimborsi delle carte regalo è in linea con quelle di altri importanti rivenditori, come Walmart e Target, che anch’essi rifiutano il rimborso per acquisti truffaldini.
preoccupazioni etiche
Questa pronuncia stabilisce un precedente preoccupante, esonerando Google da qualsiasi responsabilità nella protezione dei propri utenti da attività fraudolente. Pur riconoscendo che i truffatori siano i veri colpevoli, la consapevolezza e l’inazione da parte di Google riguardo a tali frodi sollevano questioni etiche.
La decisione del giudice funge da monito riguardo ai limiti delle protezioni per i consumatori in caso di attività fraudolente legate alle carte regalo. È fondamentale che gli individui rimangano vigili e adottino misure per difendersi dalle truffe online. È opportuno ricordare: “Se sembra troppo bello per essere vero, probabilmente lo è”.
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