Motorola Razr (2024)
Riscontro rapido
- Gemini introdurrà presto funzionalità per la modifica di immagini generate in precedenza.
- Sarà possibile apportare modifiche utilizzando sia comandi testuali che cerchiando manualmente le aree dell’immagine da modificare.
- Sebbene siano visibili queste nuove funzionalità nell’ultima versione beta dell’app Google per Android, non sono ancora operative.
La generazione di immagini rappresenta uno degli aspetti fondamentali di qualsiasi chatbot di intelligenza artificiale, e Google Gemini non fa eccezione. Come altri chatbot, Gemini consente agli utenti di creare immagini partendo da comandi testuali, utili per vari scopi. Una delle limitazioni di Gemini è l’impossibilità di modificare un’immagine dopo la sua creazione, una situazione che potrebbe essere destinata a cambiare a breve.
Un teardown dell’APK fornisce indicazioni sulle funzionalità che potrebbero essere introdotte in futuro, basandosi sul codice in fase di sviluppo. È importante notare che queste funzionalità previste potrebbero non essere incluse nella versione finale.
Con l’aggiornamento dell’ultima versione beta dell’app Google per Android (v15.29.34.29 beta), sono emersi nuovi strumenti per la raffinazione delle immagini generate dall’intelligenza artificiale. Questa innovazione risulta molto utile in situazioni in cui l’immagine generata è apprezzata ma presenta un dettaglio non gradito. Attualmente, Gemini non offre alcun modo per apportare modifiche a un’immagine già creata, costringendo gli utenti a generare una nuova immagine con un nuovo comando, comportando così una potenziale perdita di tempo.
Questa nuova funzionalità di affinamento renderà il processo molto più semplice attraverso due metodi distinti. In primo luogo, Gemini sarà in grado di mantenere l’essenza di un’immagine, modificando alcuni dettagli tramite comandi in linguaggio naturale. Un esempio di questo approccio è visibile nella seguente immagine, dove Gemini comprende la richiesta di non generare una nuova immagine, ma di modificare quella esistente:
Il secondo metodo consiste nell’utilizzare un dito (o uno stilo per telefoni compatibili) per cerchiare un elemento dell’immagine da modificare. Questa operazione facilità la comunicazione della modifica desiderata a Gemini, che sarà in grado di identificare il particolare elemento circoscritto.
Attualmente, nonostante le evidenze di queste funzionalità, non è stato possibile attivarle correttamente. Si presume che Google debba effettuare alcune operazioni tecniche prima che diventino fruitive. Nonostante ciò, è incoraggiante notare la prospettiva di un maggiore controllo sulla generazione delle immagini, che potrebbe essere a breve disponibile su Gemini.
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